“Si voglio cambiare questo mondo che non mi piace” mi dice una ragazza. Certo sappiamo tutti che non è facile, che “voler cambiare il mondo” può essere un parolone, ma solo se partiamo dall’essere convinti che “Io non posso” o “Io non voglio” cambiare. Chi, cosa ci hanno convinto a pensarlo?
Un palazzo si costruisce un mattone alla volta, così come le nostre abitudini; allo stesso modo queste possiamo smontarle e possiamo crearne di nuove. Facile? No, ma nuove abitudini generano nuove relazioni; nuove relazioni generano nuovi stili; nuovi stili generano nuove atmosfere e nuovi contesti; nuovi contesti generano nuovi frutti e, questi, nuovi modi di vivere e fare esperienza.
L’impotenza nasce dal fatto che siamo in balia dei nostri stati mentali, delle nostre emozioni, perché non li conosciamo, e non sappiamo come averci a che fare. Il nostro modo di vedere il mondo è ‘il mondo’. Pensiamo che le mie reazioni, i miei stati d’animo “sono io”, (sono arrabbiato, sono confuso, sono giù, ..) ma noi non siamo le nostre reazioni, semmai “sentiamo” questi ingredienti (rabbia, confusione, delusione, ..) e poi, se siamo consapevoli di quello che sentiamo, possiamo decidere il modo in cui stare in relazione con queste stati interiori e le loro cause. Certo è che se non conosciamo il nostro mondo interiore, siamo in sua balia. Siamo così poco abituati occuparci degli stati interiori e a pensare di poter modificare abitudini mentali malsane o complicate che siamo convinti di dover solo accettare le cose così come stanno. E quindi: “non posso cambiare il mondo”! Di conseguenza ci aggrappiamo sempre più a punti fermi, abitudini, e la parola cambiamento diventa una minaccia e in quanto tale non viene ricercato. A meno di non ‘doverlo fare’.
Il processo del cambiamento in sé, insieme a tutto ciò che lo prepara e lo sostiene, è soggetto di grande attenzione attraverso la Mindfulness. Per sua origine nella Mindfulness entriamo in ascolto profondo, disponibile, non giudicante su quanto emerge alla nostra consapevolezza, di nostro e del contesto. Questa primaria disponibilità ad accogliere e conoscere profondamente ci permette di muoversi nel territorio e di cambiare quanto è più opportuno cambiare. Incontrare il cambiamento con un atteggiamento di disponibilità e accoglienza verso le proprie difficoltà, permette di sostenere le fasi delicate e potenziare i punti di forza.
Da qui nasce il piacere di poter essere libero di scegliere come entrare nel mondo in modo nuovo, personale, il mio modo. E di cambiare il mondo.