Al CMO-D l’odontoiatria si integra all’osteopatia per un approccio globale al paziente non incentrato solo sulla bocca. Oltre ai dispositivi ortodontici (gli apparecchi mobili o fissi), ci si avvale della diagnosi e della terapia osteopatica.
L’osteopatia agisce su cinque componenti:
- sulle ossa del cranio e della faccia durante la prima infanzia;
- sulla respirazione nasale, essenziale per un corretto sviluppo delle ossa mascellari e del palato;
- sulla masticazione;
- sulla deglutizione, che può essere condizionata nello sviluppo della forma delle arcate dalla lingua;
- e sulla postura.
La diagnosi palpatoria osteopatica individua le capacità di adattamento del paziente all’ambiente esterno e interno. Le aree del corpo che presentano una limitazione del movimento o un cambiamento nella qualità dei tessuti indicano uno stato di non adeguato adattamento all’ambiente con conseguente sofferenza o, se tale condizione cronicizza, di patologia.
Ne consegue la scelta di una tecnica finalizzata a mobilizzare le articolazioni, distendere i muscoli, ridurre le alterazioni dei tessuti connettivi (fibrosi), stimolare determinati riflessi neuro-vegetativi.
Il trattamento osteopatico fornisce una serie di informazioni: l’organismo elaborerà una risposta a questo stimolo e innescherà una serie di reazioni che lo porteranno alla guarigione o alla risoluzione del sintomo, o a entrambi.
Possono essere necessarie più sedute, in base:
- alla età del paziente;
- al tipo di problema;
- alle capacità di recupero (un bambino o un soggetto giovane generalmente recupera più velocemente rispetto ad un adulto o a un anziano).
Non aspettiamoci che dopo un trattamento osteopatico la forma delle arcate si sia modificata! Il trattamento è finalizzato, attraverso un cambiamento della qualità dei tessuti, a migliorare la qualità “dei movimenti” di deglutizione, respirazione, di masticazione, e della postura della testa. Una volta che questo obiettivo si è raggiunto, l’intervento dell’osteopata è finito e può iniziare quello del dentista.
Il medico odontoiatra, attraverso dispositivi ortodontici, applicherà delle forze bio-meccaniche sui denti per far loro cambiare posizione. L’azione dell’apparecchio ortodontico sarà più efficace perché esercitata su un “terreno” più recettivo, i disagi legati alla stimolazione meccanica dei denti saranno minori, e in genere la collaborazione del paziente sarà maggiore.