L’approccio osteopatico al mal di schiena

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L'approccio osteopatico al mal di schiena

Il mal di schiena cronico è una delle maggiori cause di disabilità e colpisce un po’ tutti: giovani e anziani, uomini e donne. Cosa può fare l’osteopata? Deve valutare la persona con una visione integrata, volta a indagare non solo il dolore della schiena, ma anche tutta la persona, compreso l’ambiente in cui vive.

E’ quindi necessario che l’osteopata faccia domande sullo stile di vita (es.: le abitudini alimentari; la sedentarietà o meno associata al tipo di attività lavorativa; il grado di attività fisica; la qualità del sonno; il livello di stress passato e presente; traumi e interventi chirurgici nonché eventuali problematiche metaboliche e/o ereditarie). Tutto questo permette di percepire lo stato di salute generale della persona.

Fatto questo, l’osteopata continua la visita studiando la postura, facendo test specifici e palpando i tessuti: in questa fase è possibile comprendere il reale stato di tensione della persona.

A questo punto, se la manipolazione può aiutare il paziente, l’osteopata esegue il suo trattamento che migliorare il mal di schiena. Studi recenti ci dicono che se la manipolazione viene fatta anche sui visceri, il miglioramento dal mal di schiena avviene più velocemente e i tessuti induriti per la contrazione cronica dei muscoli incominciano a riassorbire acqua, diventando più morbidi e facendo così diminuire il dolore.

Ma quali sono le tecniche più efficaci? Quelle più dolorose? Assolutamente no! E’ quindi falso il vecchio detto “più senti male e più stai bene”. Gli studi, infatti ci dicono che è bene utilizzare un tocco gentile, perché è quello che si usa nelle interazioni sociali, per sviluppare empatia e perché, alla fine, è quello più efficace, anche per ridurre la paura o l’ansia che il dolore produce!